La nostra azienda è certificata Demeter
DEMETER è un marchio, utilizzato in oltre 40 paesi, che viene rilasciato dall’associazione multinazionale Demeter International per contrassegnare quei prodotti agricoli o di allevamento ottenuti secondo i metodi dell’agricoltura biodinamica.
In Italia la tutela del marchio è affidata alla Demeter Associazione Italia, con sede a Parma.
Il marchio nacque ufficialmente nel 1928 ed il nome fu scelto in omaggio a Demetra, dea greca della terra e della fertilità.
Il metodo biodinamico è nato con Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore dell’antroposofia, dottrina che concepisce la realtà universale come una manifestazione spirituale in continua evoluzione e che egli riteneva essere un vero e proprio approccio scientifico alla conoscenza della verità.
Di seguito sono riportati alcuni cenni sull’agricoltura biodinamica.
- Il metodo dell’agricoltura biodinamica implica un modo di lavorare, di osservare, di vivere la terra. Una filosofia di vita per apprezzare tutta l’armonia di un campo coltivato, il succedersi delle stagioni e del tempo.
- Con il metodo biodinamico, l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini.
- La coltivazione, la concimazione e l’allevamento sono praticati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno evidenziando le qualità tipiche delle specie vegetali e animali.
- Il profondo legame con la natura ed il completo rispetto dei suoi ritmi conducono, con l’agricoltura biodinamica, all’abolizione dell’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici ed a gestire il terreno seguendo i cicli in cui la natura è immersa.
- La fertilità e la vitalità del terreno sono perciò ottenute con mezzi naturali: compost prodotto da concime solido da cortile, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali, lotta antiparassitaria meccanica e pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali.
- La cura del terreno e la sua concimazione sono finalizzate al mantenimento dell’equilibrio vitale con la terra sulla quale le piante crescono in modo naturale e sono nutrite dall’ecosistema del suolo.
IGP: che cosa significa?
Alla scoperta del significato, del regolamento e del valore del marchio europeo di Indicazione Geografica Protetta
IGP significa Indicazione Geografica Protetta. E’ un marchio che viene attribuito a prodotti agricoli, alimenti o vini che garantisce la loro provenienza locale.
E’ meno restrittivo rispetto a una Dop, perché per ottenere il marchio IGP basta che una fase del processo di realizzazione avvenga nel territorio geografico di appartenenza, mentre la Dop richiede l’intero processo.
La Legge
L’IGP è regolamentata dalla stessa legge della DOP, e in particolare dal Regolamento CEE 510/2006 (e in precedenza dal Regolamento CEE n. 2081/92) su Protezione delle Indicazioni Geografiche e delle Denominazioni d’Origine dei prodotti agricoli e alimentari
All’articolo 2, comma 2, si legge
“Ai fini del presente Regolamento si intende per:
b) indicazione geografica: il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare – originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e – di cui una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica possa essere attribuita all’origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell’area geografica determinata”.
Il marchio
L’Igp è un marchio che viene attribuito dall’Unione Europea a quei prodotti (agricoli o alimentari) per i quali una particolare qualità, la reputazione o un’altra caratteristica dipendono dall’origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un territorio specifico.Per ottenere il marchio, almeno una delle fasi di produzione deve essere effettuata nella zona in questione (art. 5 del Regolamento UE nr. 1151/2012).
Il consumatore, quando vede un prodotto contrassegnato IGP, capirà subito che quel tale alimento ha un legame speciale con il territorio di appartenenza. Per vari motivi.
Per ottenere la IGP infatti, almeno una fase della produzione deve avvenire in una particolare area.
Non solo: anche i prodotti IGP devono rispettare un rigido disciplinare di produzione e sottoporsi ai controlli degli enti specializzati per potersi fregiare del riconoscimento. Spesso i prodotti anche in questo caso sono tutelati dai consorzi, come nelle Dop.
Il valore
E, sempre come nel caso delle DOP, non si tratta “solo” di un premio ma di un modo per riconoscere e proteggere l’autenticità di un prodotto locale.
Ad esempio, la Bresaola della Valtellina IGP è legata esclusivamente alla Valtellina, e non può esistere lo stesso salume in un altra località, perché una parte del processo per realizzarla è tipicamente locale e legato al territorio di quelle montagne. Non esistono paesi uguali, boschi uguali, case uguali. Così per i prodotti.
L’Indicazione Geografica Protetta tutela le ricette e alcuni processi produttivi caratterizzanti tipici del luogo, ma non per forza l’origine del prodotto complessivamente se non quello della produzione finale. Conferisce una tutela giuridica a un prodotto originario di un luogo in modo che possa acquisire qualità, reputazione.
Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell’Unione Europea cerca proprio di tutelare e favorire il sistema produttivo e l’economia dei territori. Il legame indissolubile con luogo di origine vuole anche la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell’intera comunità. Un marchio dà valore e può portarne dove viene prodotto, facendo si che anche l’ambiente, le tradizioni e le peculiarità di una certa zona vengano mantenute.
In Europa
L’Igp dicevamo, è un marchio europeo. Non sono solo quindi i prodotti italiani ad avere questo marchio. Anche questo è un bene per il consumatore perchè potrà nello stesso marchio capire le caratteristiche di un prodotto in tutta Europa. L’Italia è però il Paese con il maggio numero di Dop e Igp. Qualche giorno fa nella “famiglia” delle Indicazioni Geografiche protette made in Italy è entrato anche il cioccolato di Modica e il Marrone di Serino, ma sono arrivati anche prodotti stranieri come l’Agkinara Irion IGP dalla Grecia (un tipo di carciofo), la Rucavas Baltais Sviests IGP dalla Lettonia (una sorta di burro/panna acida).